Ora il pragmatico Draghi si atteggia ad uno che vuole la pace.
Ma è solo illusionismo ad uso e consumo di giornalisti ed elettori.
Al di là dei proclami distensivi che invitano a cessare il fuoco e ad andare a trattare, vorrei far notare che il capo ha lanciato due segnali che vanno potentemente a minare quel messaggio e a renderlo, di fatto, impraticabile e finto.
Il primo è definire la Russia come un ex Golia ex invincibile. Il che invita a credere, sperare e far sperare che questa guerra contro Golia possa essere vinta da Davide.
Se la Russia non è Golia, l'Ucraina non è mai stata Davide (visti gli armamenti di cui è dotata da tempo dai veri Golia, che le stanno dietro da almeno un decennio e che stanno conducendo una guerra per procura).
Avevano bisogno di farlo credere alle opinioni pubbliche occidentali ed in parte ci sono riuscite (ma il teatrino è ora costretto a chiudere il suo sipario).
Che questa guerra possa essere vinta è la stessa teoria di Stati Uniti, Gran Bretagna, e quindi Ucraina. Una tesi che alimenta da mesi la guerra stessa e la sua escalation, altro che pacifismo!
Il secondo è che sarà l'Ucraina a decidere in cosa consisterà la vittoria.
Quindi la guerra dovrebbe finire solo se la Russia si ritira e rende Donbas e Crimea agli ucraini?
Quindi non finirà, se le condizioni sono queste. Ancora una volta: Draghi guerrafondaio, non pacifista.
In lui ritorna
così peraltro il refrain illusionistico dell'autodeterminazione nazionale, altra favoletta già narrata da tempo, sull'Ucraina e non solo.
Ritornello già ampiamente smentito dal fatto stesso che l'Ucraina non avrebbe mai potuto reagire militarmente alla Russia se non fosse stata armata da altri che già ne dominano la politica e le scelte da anni.
E che quindi non deciderà mai da sola quel che vuole, proprio per nulla.
Deciderà
quel che vogliono quelli che la armano e la sostengono, come sempre, e che tratteranno al suo posto e che, ad un certo punto, la costringeranno alla pace.
Altro che autodeterminazione!
Se essa esistesse davvero, come mai non valgono allora le richieste del Donbass o della Crimea (per non parlare di palestinesi o curdi...) ?
Ma l'autodeterminazione è solo apparenza: neppure i popoli dell'Est Europa hanno scelto volontariamente di entrare nella Nato, così come non lo sta scegliendo liberamente l'Ucraina.
Semplicemente, se volevano entrare nel mercato e nella comunità europea, DOVEVANO ANCHE entrare nella Nato.
Infine, l'autodeterminazione, in un mondo globalizzato ed interdipendente, se anche fosse davvero una facoltà autonoma dei singoli stati 'sovrani', rappresenterebbe un problema per gli equilibri generali: l'adesione della Finlandia alla Nato, per esempio, non può essere decisa solo dalla Finlandia, soprattutto visto quel che già sta accadendo in Ucraina.
Ed invece la Nato non vede l'ora di accoglierla e si parte dall'idea che la Finlandia sia libera di farlo da sé. Ma se la UE o l'Onu esistessero e contassero qualcosa non dovrebbero intervenire CONTRO l'autodeterminazione della Finlandia, visto che la sua scelta rende molto più probabile una guerra con la Russia che potrebbe coinvolgere tutti noi ?
La pace ha bisogno di nazioni neutrali e non allineate ed ha bisogno che crescano di numero e permangano tali.
Ha bisogno di paesi che possano sempre fungere da zone franche e da potenziali luoghi di accoglienza e di mediazione.
Ha bisogno di aree cuscinetto, almeno sino a quando si terranno in piedi -purtroppo- i blocchi e le alleanze militari contrapposte.
Se si usa il mito dell'autodeterminazione in un contesto che invece è sovradeterminato da logiche di potenza imperiale e neo-coloniale, lo si fa solo per coprirsi le spalle proprio mentre le si perpetra contro i popoli in ogni angolo della terra.
L'autodeterminazione dei popoli va abbandonata, perché ormai è divenuto un relitto inservibile.
E' ormai soltanto la grande foglia di fico dell'imperialismo 'democratico'.
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