domenica 19 dicembre 2021

sta (ri)accadendo (2)

 

I sapientoni che, quando si tratta di usare il tampone antigenico per evitare il vaccino, pontificano sulla sua inaffidabilità, sono gli stessi che oggi lo aggiungono come ulteriore condizione (e punizione) per coloro che vogliono viaggiare e tra poco per chi vuole assistere ad un film (anche se tri-vaccinati e dotati di pass rafforzato).

Quando il tampone può liberare non funziona, quando serve a restringere e controllare ulteriormente le nostre vite va benissimo.

Ci si vaccina e non basta; ci si certifica con il pass e non basta; ci si tampona e non basta; ci si mette la mascherina al chiuso e all'aperto e non basta. Non basta mai.

Inutile cercare una logica 'scientifica': l'unica logica è quella -insondabile e discrezionale- del potere microfisico.


Lo stesso vale per il progressivo procedere delle restrizioni, di nuovo ovunque in aumento: siamo invitati ad evitare contatti e rapporti 'non essenziali'.

Per 'essenziali' vanno intesi solo quelli connessi alle attività coattive: il lavoro ed il consumo primario.

Già questo ci dice quale sarebbe dunque l'essenza del nostro vivere secondo la ragione di vita (e l'idea di salute) in cui siamo -totalitariamente- immersi, cioè quella del capitale.

A questo proposito vi consiglio caldamente di leggere 'Critica della ragione liberale' di Andrea Zhok. Un libro davvero complesso, ben argomentato e filosoficamente arguto (del tutto, quindi, anacronistico).

Proprio per questo, mi è parsa ancora più triste la sua partecipazione ad una trasmissione tv, martedì scorso; trasmissione in cui, insieme al prof. Mattei, promotore della Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione), non hanno potuto evitare di fare una figura barbina e di essere tacitati e tacciati di 'filosofismo' da pensatori di livello quali Bersani e Sileri.

Non ha senso partecipare a trasmissioni tv, il gioco è truccato.

Inutile pensare che possano servire a far pensare diversamente qualcuno che ascolta.

Serve solo a confermare la cornice di chi le pensa, le produce e le propina.

É già accaduto, sta (ri)accadendo.


Nel patrimonio dei modi di dire in cui si tradisce ogni giorno la vita impastata di stupidità e di viltà del borghese tedesco, è particolarmente degno di nota il 'così non può durare' riferito all'imminente catastrofe...L'attesa che così non possa durare dovrà un giorno convincersi che per le sofferenze, del singolo come delle collettività, c'è solo un limite oltre il quale esse non durano: l'annientamento.


Un singolare paradosso: la gente, quando agisce, pensa solo al più gretto interesse personale, ma al tempo stesso è più che mai condizionata nel suo comportamento dagli istinti della massa. E ora più che mai gli istinti di massa sono divenuti insensati ed estranei alla vita... Questa società in cui ognuno vede solo il proprio meschino tornaconto corre come una massa cieca, con animalesca ottusità priva però dell'oscuro intuito degli animali, incontro ad ogni pericolo...A più riprese è apparso chiaro che il suo attaccamento all'esistenza abituale, del resto perduta ormai da lungo tempo, è così ostinato da vanificare persino nell'estremo pericolo quell'uso squisitamente umano dell'intelletto che è la preveggenza. Tanto che in essa si perfeziona l'immagine della stupidità: incertezza, anzi degenerazione degli istinti vitali e impotenza, anzi decadimento dell'intelletto. Questa è la disposizione di spirito della totalità dei borghesi tedeschi.


Qui non c'è nulla da sperare finché ogni più atroce, ogni più nero destino, discusso ogni giorno, anzi ogni ora dalla stampa, analizzato in tutte le sue finte cause e finte conseguenze, non aiuta nessuno a scoprire le forze oscure che si sono assoggettate la sua vita.


Le condizioni di vita, la miseria e la stupidità rendono in questo luogo gli uomini sottomessi alle forze della collettività come solo la vita di un primitivo è condizionata dalla logica del clan. Il più europeo di tutti i beni, quella più o meno spiccata ironia con cui l'esistenza del singolo reclama sempre un corso dissimile dalla vita della collettività in cui si ritrova sbalzato, i tedeschi l'hanno smarrito del tutto.


É come se si fosse prigionieri in un teatro e si dovesse seguire, volenti o nolenti, lo spettacolo che viene rappresentato e, volenti o nolenti, se ne dovesse fare l'oggetto di pensieri e parole.


La cieca volontà di salvare il prestigio della propria personale esistenza piuttosto che, grazie a una valutazione distaccata dell'impotenza e dell'irretimento di cui è vittima, separarla se non altro dallo sfondo della generale cecità, s'impone quasi ovunque. Per questo l'aria è tanto piena di teorie della vita e di visioni del mondo e per questo esse appaiono tanto urtanti: perché alla fin fine valgono quasi sempre a sanzionare una qualche situazione privata di nessuna importanza. E proprio per questo l'aria è anche tanto piena di miraggi e fantasmi di un futuro culturale destinato malgrado tutto a fiorire dalla sera alla mattina: perché ognuno si costringe a credere alle illusioni ottiche del suo punto di vista isolato.


Poche cose rafforzano la violenza fatale del dilagante impulso al nomadismo quanto i limiti imposti al diritto di libera circolazione, e mai la libertà di movimento è stata in un rapporto peggiore rispetto alla ricchezza dei mezzi di trasporto.


(W. Benjamin, Kaiserpanorama. Viaggio attraverso l'inflazione tedesca, in Strada a senso unico. Scritti 1926-27)


Sette anni dopo Hitler andrà al potere, legalmente, in Germania...













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