giovedì 30 dicembre 2021

realismo anticapitalista

Le misure autoritarie posso essere attuate all'interno di una cornice ancora democratica, almeno nominalmente. La cosiddetta guerra al terrore ci ha già preparato a simili sviluppi;la normalizzazione della crisi ha prodotto una situazione nella quale la fine delle misure d'emergenza è diventata un'eventualità semplicemente impensabile:quand'è che la guerra potrà davvero dirsi conclusa?

É più facile immaginarsi la fine del mondo che la fine del capitalismo.

In essa la catastrofe non è dietro l'angolo, né è già avvenuta:piuttosto, viene attraversata.

Non c'è un momento preciso in cui il disastro si compie, né il mondo finisce con un bang; semmai si esaurisce, sfuma, va lentamente a pezzi...


Qui si esemplifica quella che Robert Pfaller ha chiamato 'interpassività': insceniamo il nostro capitalismo per noi stessi, dandoci al contempo la possibilità di continuare a consumare impunemente...

Resta prezioso il consiglio di Zizek: ...'anche se manteniamo una distanza ironica da quel che facciamo, continuiamo comunque a farlo'.


Gli studenti britannici sembrano essere politicamente disimpegnati.

Io credo che non si tratti né di apatia, né di cinismo: piuttosto è quella che chiamo impotenza riflessiva. Gli studenti cioè sanno che la situazione è brutta, ma sanno ancor di più che non possono farci niente...

Molti di loro sembrano calati in uno stato che definirei di 'edonia depressa'. Di solito la depressione è caratterizzata da uno stato di anedonia, ma la condizione alla quale mi riferisco descrive non tanto l'incapacità di provare piacere, quanto l'incapacità di non inseguire altro che il piacere...


Per Foucault non c'è alcun bisogno che il ruolo della sorveglianza sia effettivamente ricoperto da qualcuno: il non sapere se si sia controllati o meno produce come effetto l'introiezione dell'apparato di controllo, così che finirai per comportarti come se fossi sempre sotto osservazione. Allo stesso modo, per tornare all'esempio delle ispezioni universitarie, a essere valutate saranno non le tue capacità di insegnante, ma la tua diligenza da burocrate.


A combaciare con l'amorale ingegneria affettiva del capitalismo è il rifiuto di Spinoza di una deontologia, a favore invece di un'etica sviluppata attorno al concetto di salute.

Secondo Spinoza, Dio non proibisce ad Adamo di mangiare la mela perché l'atto è sbagliato; lo fa perché la mela potrebbe avvelenarlo e, per dirla con Zizek, 'avere conseguenze negative sulla sua salute'....Siamo già quindi in presenza di un paternalismo senza Padre: non è che fumare sia sbagliato; è che ci impedisce di portare avanti una vita lunga e piacevole.


Nonostante le iniziali apparenze e speranze, il realismo capitalista non è stato messo in discussione nemmeno dalla crisi del 2008. Le speculazioni che volevano il capitalismo sull'orlo del collasso si sono rivelate infondate; fu anzi subito chiaro che, anziché essere un segnale dell'imminente fine del capitalismo, il salvataggio delle banche serviva a ribadire nella maniera più manifesta possibile l'assunto fondamentale del realismo capitalista: non c'è alternativa...

Allo stesso tempo, però, ad andare in frantumi nel 2008 è stata l'intelaiatura che aveva funzionato da sua copertura ideologica: il neoliberismo si è ritrovato -in ogni senso possibile- screditato.

Questo non vuol dire che il neoliberismo sia da un giorno all'altro scomparso: al contrario, i suoi presupposti continuano a dominare la politica economica; ma non lo fanno più come ingrediente di un progetto ideologico mosso dalla fiducia per le proprie prospettive future, quanto come una specie di ripiego inerziale, di morto che cammina...


(Mark Fisher, Realismo capitalista, (2009), ed. italiana: Nero (2018))

 

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