martedì 16 aprile 2024

stati uniti del baratro

 

Più avanti negli anni, quando Gregory si interrogava sulla natura della premeditazione, parlava spesso della chiarezza apportata da uno stato di guerra come di un grande sollievo, della tentazione che qualsiasi società ha di risolvere le sue ambiguità e decisioni difficili puntando sulla guerra.

(M.C. Bateson, Con occhi di figlia. Ritratto di Margaret Mead e Gregory Bateson)


Guerra vuol dire difendere noi dagli altri. Pace significa difendere gli altri da noi.

(R.Benson, Il libro della pace)


Differire la restituzione del dono o della vendetta può essere un modo di mantenere il partner-avversario nell'incertezza delle proprie intenzioni...; ciò significa mettere alla prova la sua pazienza tramite una minaccia sempre sospesa e mantenere il vantaggio dell'iniziativa... É noto tutto il vantaggio che il detentore di un potere trasmissibile può trarre dall'arte di differirne la trasmissione e di mantenere l'indeterminazione e l'incertezza sulle sue intenzioni ultime.

(P. Bourdieu, Per una teoria della pratica)


Perchè il segretario dell'ONU continua a piagnucolare ricordandoci che ci muoviamo ormai sull'orlo del baratro? Non sarebbe più onesto se ammettesse, se riconoscessimo, che siamo già da tempo ben oltre l'orlo e che stiamo precipitando in un baratro di cui non possiamo vedere la fine?

Perchè i governanti di tutto il mondo continuano a implorare pause e ravvedimenti al fine di scongiurare ed evitare l'escalation? Non sarebbe più onesto se ammettessero, se riconoscessimo, che siamo già da tempo dentro un'escalation che già ora avanza rapidamente e si rivelerà ancora una volta irreversibile?

'Non abbiamo altra scelta. Dobbiamo rispondere!'

Il gabinetto di guerra israeliano dice così il falso e il vero.

Il falso, perché molte sarebbero state e sarebbero le alternative possibili, sempre.

Il vero, perché questa -e solo questa- è la logica razionale di qualunque escalation in atto.

Quando la si intraprende, non se ne può uscire.

In un escalation non ci si può accontentare del pareggio.

Il gioco è a somma zero: si vuole assolutamente e totalmente vincere, trionfare, abbattere l'avversario, perchè la tua vita è la sua morte.


Soprattutto se, come in Ucraina e in Palestina, hai qualcun altro che ti arma e ti difende dietro le spalle (questo è il significato di 'spalleggiare', giusto?).

Si finge che l'espansione delle guerre in corso dipenda da contendenti autodeterminati (Zelenski o Netanyahu).

Non è così. Se gli Stati Uniti e l'Europa (ed ora anche i governi sunniti, sauditi e giordani) non li foraggiassero e non volessero fare guerra ai loro attuali nemici (Russia e Iran), queste guerre non sarebbero durate e non si sarebbero allargate a macchia d'olio come invece sta accadendo.

Se gli Stati Uniti e l'Europa non avessero le loro esigenze di controllo su quei territori, su quei politici, su quelle risorse energetiche ed economiche, queste guerre non sarebbero neppure iniziate.

Sono i nostri interessi coloniali a determinarle in questa forma (così come già accaduto in Libia, in Iraq e in Afghanistan).

Senza di noi, -sempre che fossero sorte- sarebbero rimaste delle guerre locali e avremmo dovuto-potuto facilitare degli armistizi, imporre delle negoziazioni, proporre dei mediatori.

Non è stato e non sarà così: da tempo abbiamo scelto un'altra strada.

Essa porta -di necessità- dentro il baratro e dentro l'escalation.

Non era un destino. Lo è diventato.




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