Quando alcune (ancora troppo poche) Università italiane iniziano -timidamente e fra mille distinguo- a tentare di boicottare alcuni accordi con Israele, ci si straccia le vesti.
Non mi pare che ci si siano messi tanti scrupoli nei confronti della Russia e della Bielorussia, dopo l'attacco all'Ucraina.
I rapporti culturali e gli accordi economici sono stati totalmente interrotti, almeno ufficialmente.
La cultura e la ricerca non sono andate oltre la guerra, allora.
Lo stesso è avvenuto per le federazioni sportive: altro che sport oltre le divisioni della guerra!
É questo doppio standard che rende assurde e ridicole tutte le attuali prese di posizione anti-boicottaggio.
Israele attacca l'Iran in Siria, ma i nostri giornali e tg ci invitano ad empatizzare con gli israeliani che temono la rappresaglia degli ayatollah e chiudono -meschinetti- le loro ambasciate nel mondo.
Loro le possono aprire e chiudere, mentre distruggono quelle altrui.
Ma il problema per la pace nel mondo restano solo gli iraniani fanatici e cattivi, o i russi, o gli houti.
Con gli ebrei -ancorchè colpevoli- dobbiamo solidarizzare.
Con gli altri -anche se fossero innocenti- mai.
Moltissime persone in Israele continuano a manifestare per la liberazione dei loro familiari ostaggi e per evitarsi la guerra in loco.
La guerra deve terminare solo perché così si permetterebbe di far uscire vivi i loro concittadini.
Non una parola -nelle manifestazioni pubbliche- sulla strage in corso a Gaza da parte del loro esercito.
Troppo facile mostrificare il loro capo supremo in piazza per evitare di sentirsi quel che sono: un popolo di privilegiati e di impuniti che opprime un popolo di diseredati senza terra e senza futuro.
La menzogna più grande infatti è quella che accolla a Netanyahu la responsabilità di quel che sta accadendo. E' la storiella che -se lui non ci fosse e se ne andasse da lì- la politica dello Stato sarebbe diversa, più aperta al dialogo, più disposta a trattare col nemico.
Menzogna in malafede propagandata anche dagli Stati Uniti e dai nostri pennivendoli di regime.
A dimostrare la falsità di questa teoria:
decenni di violenze e occupazioni ebraiche anti-palestinesi, con qualunque governo, laburista o di destra che fosse;
un voto che -a maggioranza- lo ha rimesso lì, insieme ai partiti di ultra-destra, a loro volta ben votati da una buona parte dei cittadini;
il sostegno di mezzo mondo, con soldi e armi, a qualunque governo ed a qualunque politica israeliana, purchè anti-palestinese e anti-araba.
Il problema non è Netanyahu, purtroppo.
Il problema è la produzione e vendita di armi, il problema è l'economia di guerra.
Il problema è la storia d'Israele, dei suoi privilegi e delle sue impunità.
Il problema è l'Occidente che lo sostiene, comunque.
Il problema siamo -soprattutto- noi.
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