Navalny è stato ucciso, così come già accaduto in Russia a coraggiosi giornalisti e intemerati oligarchi. Putin, come è nella migliore tradizione russa, non si fa scrupoli prima di avvelenare, isolare, far ammazzare o perseguitare qualcuno.
E non c'è nulla che lo possa fermare: né proteste, né pressioni né giudizi internazionali.
Lui sa che tutti farebbero (e fanno) così al suo posto.
E, in questo modo, risulta inattaccabile.
Gli Stati Uniti infatti non fanno diversamente verso i detenuti di Guantanamo o verso tipacci come Snowden o Assange.
I cosiddetti paesi democratici hanno dato più volte prova di saper torturare ed eliminare i loro oppositori politici in molti modi e forme, legali e illegali.
Lo stesso accade oggi in stati canaglia (Iran) e stati protetti dall'Occidente (Myanmar).
E lo stesso vale, ancor più smaccatamente ora, per Israele.
Gli stati sono sempre forti con i deboli e deboli con i forti.
Lo dimostra la prepotenza totale dei Big Data, che -nonostante le riserve di politici e scienziati autorevoli- hanno appena immesso la potenza della AI (Intelligenza artificiale) in un semplice smartphone, alla portata di tutti, e stanno iniziando a venderli a grandi e piccini.
Sarà come affidare la bomba atomica ad un demente.
Proprio nei giorni scorsi il Comune di New York ha aperto una causa con Facebook, Tik Tok etc..., accusandoli di aver intenzionalmente e programmaticamente alterato la vita di ragazzi, adolescenti e giovani, provocando suicidi, ansie depressive e sussultorie, autolesionismi e rincoglionimenti di massa.
Che fine farà il sindaco di quella enorme ed importantissima metropoli?, che si è assunto questo greve carico, certamente ispirato dalle innumerevoli denunce di medici, psicologi e pedagogisti?
Credo che -come minimo- non sarà rieletto.
Gli USA hanno iniziato prima di noi, come spesso è capitato nelle cose peggiori che proseguiamo ad importare da quell'assurdo continente, e ne vedono le terribili conseguenze, che invece qui da noi possiamo proseguire ad ignorare e a rimuovere.
Ma i poteri criminali, iscritti nello Stato e nelle multinazionali globalizzate, non sopportano più alcuna opposizione che voglia uscire dalla sua nicchia di minima autopreservazione.
Anche l'azione nonviolenta trova qui oggi -tragicamente- il suo muro invalicabile.
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