https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/24/quando-e-troppo-e-troppo/7457524/
Trovo questa vignetta e provo due sentimenti contrastanti.
Il primo lo collego a Genova 2001, all'esperienza di paura e terrore provata dinanzi alle violenze della polizia di Stato.
Esperienza che ha portato tantissimi giovani di allora a convincersi che era meglio 'restare a casa', a sopravvivere e tacere (almeno in pubblico).
E ha portato me a non fidarmi (mai) più delle istituzioni, a non partecipare più a cortei e manifestazioni, a non votare.
Le intimidazioni, le botte, le insinuazioni, le infiltrazioni sono da sempre gli strumenti che gli Stati usano per ostacolare, inquinare e fermare le lotte politiche non gradite.
Vale da noi come in Russia o in Iran.
E' giusto dare quindi il giusto peso a quel che è accaduto a Pisa ed accade ed accadrà sempre più spesso nel mondo.
Non per impedirlo, quindi, perchè la crescente militarizzazione delle nostre vite è nelle cose, qualunque sia il governo presente o futuro.
Ma, almeno, per far capire che abbiamo capito.
Il secondo stato d'animo è più controverso ed inquietante.
La vignetta ci fa presente la sproporzione che sussiste tra le quattro manganellate che possiamo ricevere qui (che ci agita perchè colpisce noi o i nostri amichetti) e quel che sta accadendo a Gaza (che ci appare comunque lontano e quindi non ci colpisce, non ci muove, non ci agita come dovrebbe).
Il parallelo con quel bellissimo film che è ora nelle sale -'La zona di interesse'- risulta d'obbligo.
La nostra capacità di rimozione e negazione è molto vicina a quella che quei nazisti dimostrano rispetto alle vite ed alle morti che andavano a spegnersi nei loro lager, così vicini e così lontani allo stesso tempo.
Anche noi riusciamo a proseguire a vivacchiare serenamente ed esteticamente nei nostri giardinetti, mentre intorno -e sempre più prossimi- ci assediano distruzione, guerra, ecocidi e genocidi.
Vediamo il fumo, ma proseguiamo a fingere che non sia in corso l'incendio.
Diventare nazisti o finire inceneriti, ad un certo punto, diverrà per noi un'alternativa poco interessante, di nessuna importanza, di scarsissimo significato.
Anche perchè avverranno, probabilmente, entrambe le cose.
Sembrerebbe largamente dilagare un fenomeno processuale di totale anestetizzazione percui l' umano sentire è banalmente decaduto lasciando spazio alla banalità del male e dell' indifferenza.
RispondiEliminacon riferimento anche al post precedente 'punti silenti' riporto, da ALTRECONOMIA, pensiero di roberto mancini che teme una paralisi di angoscia e rassegnazione da cui possiamo scuoterci solo con la sostituzione dello schema bellico, della competizione universale e della logica del potere con la democrazia nonviolenta, la giustizia riparativa e la riconciliazione. E sostiene che questa e'la transizione unica e vera non delegabile ad altri, ma di cui ognuno deve farsi carico per la sua parte
EliminaMaria Adele
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