domenica 13 febbraio 2022

credere, obbedire, combattere

 

Dopo aver verificato, nell'esperimento Covid, la capacità di adattamento dei propri cittadini a regole , imposizioni e clima di terrore, gli Stati ora si avviano a nuovi esperimenti.


L'adattamento ai cambiamenti climatici è già in corso: avendo deciso di fallire nella possibilità di arrestarli o anche solo di mitigarli e rallentarli, l'unica via che ci impongono è ormai solo quella di imparare a conviverci, coltivando la nuova esaltante virtù chiamata resilienza.

Gli agricoltori, dopo essere stati illusi da pesticidi e brevetti, ora assistono impotenti alle grandinate ed alle gelate, alternate a siccità e inaridimenti.

In città, ci chiudiamo in casa, a consumare energia sempre più costosa, sperando che regga il tetto di casa nostra e che il supermercato di sotto resti aperto e rifornito di merci sempre più care.


L'adattamento al controllo completo delle nostre vite si insinua nello sviluppo totalitario della digitalizzazione e dell'informatizzazione dei nostri dati: preferenze, gusti, spostamenti, ingressi ed uscite, condizioni di salute, documentazioni, trasgressioni.

In questo caso, sono riusciti ad ottenerlo senza neppure darci la sensazione di subirlo, ma come se fosse anzi un regalo, un'opportunità, una festa a cui non si può essere così folli da non partecipare.

Così come per il riscaldamento globale, milioni di atti collaborativi automatici -apparentemente ininfluenti, ovvii ed ingenuamente incolpevoli- determinano un effetto di massa irrefrenabile, irreversibile ed incorreggibile.


Ora si avvia apertamente, anche per le popolazioni occidentali, il processo di adattamento alla guerra quale condizione vicina nello spazio e permanente nel tempo delle nostre brevi vite.

Non sappiamo ancora con certezza quando, come e dove accadrà.

Forse tra pochi giorni in Ucraina, forse altrove tra un po'.

Ma quel che è certo è che i popoli, nella loro maggioranza, daranno ancora supporto ai loro Stati nazionali, sorretti da autogiustificazioni più o meno credibili e apparentemente in contrasto con i loro stessi interessi (economici, sociali, esistenziali...).

É già accaduto più volte nella storia, anche recente, e riaccadrà.

In barba a qualunque analisi razionale dei costi-benefici e di qualunque teoria sull'attore razionale, di qualsiasi opposizione, come sempre.

Ed in barba a qualunque differenziazione di regime: rispetto alla decisione di far guerra (ai russi, come ai virus) le democrazie rendono impotenti e obbligati i loro cittadini a seguirle quanto i regimi autocratici rispetto ai loro. Senza eccezioni di sorta.


Lo vediamo in questi giorni, se non fossero bastati i due anni che li hanno preceduti: possiamo solo stare qui, in attesa delle loro decisioni, proseguire a far finta di vivere come se potessimo farlo davvero, e solo e soltanto adattarci a quel che sta per accadere, senza che si possa far nulla per arrestarlo o cambiarlo.

E quando anche la guerra ci avvolgerà, la finiremo di illuderci ancora che abbia senso votare parlamenti, firmare petizioni, organizzare cortei ?

No. Così come per l'inquinamento e per l'invadenza digitale, gli Stati sapranno porsi -proprio mentre proseguono a distruggere i delicatissimi equilibri della mente e del cosmo- anche come i nostri salvatori, in qualità di depuratori e garanti della privacy.

E noi -incredibile dictu- ci crederemo, ci crederemo ancora.

1 commento:

  1. “Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. […]Il fascismo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.”

    Pier Paolo Pasolini, ”Corriere della sera”, 9 dicembre 1973


    Appare segnatamente sconvolgente lo stato di insensibile e acquiescente inerzia mentale drammaticamente palesato dalla nostra società, esponenzialmente passivizzata, intimamente depravata , e - ormai - schiavizzata dai moderni modelli dittatoriali .

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