Piuttosto che dettare, imporre o comprare 'soluzioni' (come fanno rispettivamente i politici, i militari, gli imprenditori economici) sarebbe meglio combinare l'analisi profonda del conflitto con i bisogni e i diritti umani fondamentali della gente comune coinvolta in un conflitto. Il fine è pervenire a risultati accettabili e sostenibili, non solo per i leaders o le èlites, bensì per quante più persone possibili, impiegando tutto il tempo necessario per farlo. Come sempre in politica, il problema non è solo se i leaders si accordano, ma anche se la gente concorda con i propri leaders. (J. Galtung, La trasformazione dei conflitti come mezzi pacifici. Il Metodo Transcend, 2006, cit. in S.Deiana, Trasformare i conflitti, promuovere la pace, Per una lettura pedagogica della proposta nonviolenta di Johan Galtung, ETS, 2025).
Lo sbruffone numero uno, l'imprenditore-imbonitore dal ciuffo biondo, inizia a tirarsi indietro.
Putin e Zelenski si odiano troppo per arrivare alla pace, ammette.
Dopo aver estorto le terre rare al comico ucraino, prosegue a farsi prendere in giro dall'ex agente del KGB.
Ed inizia a capire che l'apprentice sarà ancora bello lungo.
Un commerciante di successo capisce molto di negozi, ma poco di negoziazione in una guerra: sono mediazioni di natura diversa.
La guerra nasce su (e produce) conflitti non componibili a suon di ricatti, premi e punizioni in denaro.
Nè, tanto meno, sono risolubili in breve tempo e soltanto con dialoghi tra èlites.
Ma loro procedono, ineffabili, a smontare e rimontare i loro stessi discorsi.
Senza conflitto e senza trovare opposizione.
La guerra è un crimine e come tale produce crimini di guerra e criminali di guerra. Sempre: inutile fare distinzioni, stabilire convenzioni, dettare regole.
Israele ed Hamas fanno la guerra e quindi sono organizzazioni criminali, commettono crimini e incitano i loro adepti ed i loro nemici a compierli.
Le mediazioni non sono più praticabili in Medio Oriente.
E non è più consentita, e risulta anacronistica, la funzione di assistenza delle ONG.
L'ha deciso e ratificato definitivamente ieri la stessa Knesset: che i panzer avanzino senza remore e che gli aiuti non entrino mai più dentro la Striscia.
Lì, a Gaza, si compie e si formalizza definitivamente il salto verso l'occupazione totale dei territori palestinesi, verso le sterminio di un popolo intero.
In barba a qualunque appello, legge internazionale, arbitrato.
I sionisti possono procedere, secondo il loro unico volere, sotto la copertura di tutto l'Occidente -sempre meno amato e sempre più armato ed armante- e della sua retorica antisemita.
Senza conflitto e senza opposizione.
La democrazia è gestione leale e costruttiva delle differenze e dei conflitti o non è.
Quel che ancora una volta hanno combinato in Romania (dopo le ingerenze in Algeria, Iraq, Libia, Afghanistan, etc etc) e prima di quel che combineremo ancora in Germania contro l'IDF o abbiamo già fatto in Italia contro Berlusconi ed in Francia contro la Le Pen, gli sbatte e gli sbatterà sempre sui denti.
Sono finiti i tempi dei centro-sinistri che fingono di opporsi e fanno le stesse scelte dei loro presunti avversari, contro la pace e contro i poveri.
Sono finiti i tempi della convenzione ad excludendum delle destre estreme in Europa e negli Stati uniti.
Se ci saranno ancora le elezioni, le vinceranno sempre loro, per un bel po'.
E se si cercheranno -contro di lei- scorciatoie e soluzioni giudiziarie, proprio perché non si è più capaci di affrontarla politicamente e culturalmente, l'estrema destra trionferà sempre di più. E sarà giusto così.
Perchè il capitale ha deciso di sbarazzarsi degli ultimi residui di libertà e di giustizia sociale, in nome della sicurezza e del dominio.
Senza conflitto e senza alcuna opposizione, anche da parte di chi dice di farlo.
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