Il Sudafrica ha chiesto alla Corte dell'Aja la condanna per genocidio per lo stato di Israele.
Finalmente si proclama quel che era vero da tempo: la strategia di sterminio perpetrata contro il popolo palestinese, non solo da qualche mese, e non solo nella Striscia di Gaza.
Dubito che accadrà, ma è giusto provarci: i sudafricani neri conoscono molto bene cos'è un apartheid e come si può cercare di far fuori culture e popoli interi.
La storia si ripete e non si conoscono stati che non reprimano -in vari modi e a vari livelli- le minoranze interne o che non cerchino di espandersi a spese dei loro vicini.
L'Ecuador vive uno stato di guerra permanente: così come accade da decenni in Messico ed in Colombia, i narcotrafficanti hanno acquisito un tale potere da giungere ad attaccare lo stato.
In assenza di altre economie, e in presenza di tanta povertà ed enormi squilibri sociali, può accadere. Il governo ha reagito definendoli terroristi.
Una parola, ormai, buona per molte situazioni e che riesce sempre a giustificare la violenza di qualunque reazione.
La storia si ripete, e non si conoscono stati che -almeno dall'11 settembre- non ricorrano a questo espediente retorico per armarsi e partire.
In entrambi i casi si dovrebbe parlare semplicemente di guerra.
Quel che accade in Medio Oriente ed in Ucraina (e che non coinvolge soltanto i due popoli apparentemente in lotta) è una guerra tra nazioni e tra alleanze militari.
Quel che sta avvenendo in Ecuador è una guerra civile, ed annuncia quel che probabilmente sta iniziando a verificarsi anche in Europa.
Ma si usano questi terribili paroloni (genocidio, terrore, ecatombe, sterminio...), spettacolari ed estremi, proprio per non colpire la guerra.
Perchè non si può e non si vuole riconoscere che è la guerra, sempre, ad essere violenza ed omicidio, terrore e genocidio (cioè sterminio del genere umano).
Ma non si vuole delegittimare la guerra, non si può renderla illegale in quanto tale.
Ecco quindi che si preferisce usare la legge contro i genocidi e i terrorismi: per proseguire a salvare la guerra, per continuare a prepararla e a farla..
Gli stati non sono disposti a tabuizzarla, ben consapevoli che la sua criminalizzazione rappresenterebbe la fine anche degli stati stessi.
Perchè la guerra e gli stati sono nati insieme, bevono lo stesso latte, si nutrono da sempre dello stesso sangue.
Il potere d'Israele si appoggia sul pavimento dell'ipocrisia del resto del mondo: più Sudafrica = meno neonazisti.
RispondiEliminaAggiungerei solo che ormai siamo andati oltre gli Stati Nazione, non ci sono prove che esista un sistema democratico in questo momento sul pianeta, si tratta solo di oligarchie ultraricche che gestiscono opinioni pubbliche più o meno conniventi. E di fondo una grande repressione delle minoranze e delle opposizioni. Con mezzi morbidi inizialmente ma come ha dimostrato il G8 a Genova con la morte di Carlo Giuliani, se è neccessario si usano le maniere forti nell' indifferenza generale. Se non si colpiscono i monopoli privati che dominano il mondo non ci sono né stati né leggi. Shalom Y
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