Requiem era il
contrario di Lucien, che dava sui nervi a tutto il Tram col suo
linguaggio fumoso, quell'ipocrita, sempre lì a scribacchiare sui
suoi pezzi di carta invece di dirti la verità in faccia...Ammorbava
proprio tutti, Lucien. Non si regolava! A che serve darsi aria di
intellettuae a destra e a manca se poi l'equazione deve restare la
stessa. Le strade che portano alla verità e all'onestà sono
interrotte da inondazioni, porcherie, cacate di cane, bugie,
distacchi di corrente, e allora perchè lui si incaponiva a credere
in un mondo possibile ? Perchè si sforzava di ridurre l'umanità ai
sogni e alle citazioni che accozzava insieme alle sue cartacce ?
Questa si chiama vigliaccheria, o magari pure amnesia, o un misto
delle due.
Il mondo è
irrecuperabile, dixit Requiem...
Riflettiamo...Noi cosa
faremo al posto del poeta maledetto ? Risposta di Requiem: la
tragedia è già scritta, noi ci mettiamo la prefazione. E allora
mettiamocela, questa prefazione...
Religione della pietra:
il meteo non sappiamo nemmeno cosa sia. Il meteo siamo noi, per non
dire che inventiamo un sistema solare tutto nostro. Il sole sorge
alla Gare du Nord a tramonta al Tram fra due tette-pompelmo. Noi
siamo i principi delle nubi dell'arrabattarsi, i figli della terra e
della ferrovia. Questo è il Nuovo Mondo. Non vai a letto ma ti
mettono a letto. Non mangi ma ti mangiano. Non accoppi ma ti
accoppano. Questo è il Nuovo Mondo. Ognuno per sé e la merda per
tutti. Questa è la giungla.
(Fiston Mwanza Mujila,
Tram 83, 2014)
I
vicini di panchina di stamane mi raccontano il mondo.
Un
vecchio elegante, camicia splendente, giacca gilet e papillon giallo,
fuma la pipa lentamente.
Occhi
chiari, profumo di colonia, puro ottocento francese.
I suoi
occhi chiari e liquidi avvolgono l'aria e mi commuovono.
Un
altro, più trasandato, se ne sta al sole, col cappello che mette e
toglie di continuo.
Legge
una rivista, non sembra interessato, dopo poco si alza e cammina.
Ma
prima fatica a piegarsi per legarsi i lacci, sembra che rinunci, poi
ce la fa.
Una
ragazza vestita di nero, si guarda allo specchio dello smart phone,
si scioglie i capelli, si accarezza le mani, cura le unghie smaltate
di rosso, si gratta la schiena e si toglie i brufoli.
Quando
non si tocca o guarda, con attenzione e scrupolo profondi, esclusivi,
chatta sul cellulare.
Per mezz'ora buona. Poi si
mette gli occhiali scuri e se ne va.
Un
tossico guarda tra le aiuole che ci proteggono in parte dal traffico,
e cerca le dosi nascoste da qualcun altro, tra le fronde e i topolini
che occhieggiano tra esse.
Ha uno
sguardo feroce, attivissimo e spento.
Il mio
venditore abituale di Diabolik ripassa a trovarmi dopo molto tempo.
Ma non
vende più i suoi libri e giornaletti.
Ora si
è convertito e gira la città, le chiese, gli ospedali per pregare,
e convertire.
Un
mese fa è caduto in casa ed ha avuto una sensazione di paresi alle
gambe. Non riusciva ad alzarsi e, novello Saulo, Dio gli ha parlato.
Ora crede.
La sua
vita di peccatore si è conclusa, ora Gesù è con lui, ed è tutto
per lui.
Il
mondo è qui, intorno a me, nel suo malato fulgore.
Ed è
dentro di me.
Nei
miei ricordi di poco tempo fa.
Un
anno fa giravo intorno alla base inglese di Akrotiri, a Cipro, in
bici.
E'
circondata da un grande lago salto e asciutto, su cui ho affondato
più volte, e lasciato le mie scie.
Ed è prossima ad un monastero in cui miagolano cento gatti.
Sentivo
i reattori sibilare a fianco al mare, e li vedo ora che decollano
verso la Siria.
Gli
inglesi occupano questo territorio, ultimo residuo coloniale
sull'isola di Venere.
A nord
dell'isola, turchi -arabi e musulmani- chissà cosa ne pensano...
Mi
ritornano alla mente anche i confini permeabili tra Tunisia e Libia,
le strade di sabbia sotto il diluvio, i suk sulla strada di ogni
paese sulla strada. Che ne sarà ora di tutta quella vita ?
Ora da
lì passano i guerriglieri, si posizionano i servizi segreti di mezzo
mondo, i militari coalizzati contro il Male.
I
pozzi di petrolio passano da una mano all'altra, vengono bombardati e
inquinano il cielo, ci riducono a vittime sacrificali per la loro
conquista.
I
nostri dei d'oro (nero) ci chiedono il conto (malauguratamente, profondamente in
rosso, sangue...).
Niente pompini però. Il mondo cambia...
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