Questa è la mia vita. Cioè, lo era
quando riuscivo a dormire.
Più o meno la stessa, ogni giorno
che passava.
Tenevo una sorta di diario, ma se mi
dimenticavo di scriverci per due o tre volte di fila, non riuscivo
più a distinguere una giornata dall'altra.
Avrei potuto scambiarne l'ordine,
non l'avrei nemmeno notato.
Ogni tanto mi chiedevo che razza di
vita fosse quella.
Ma non per questo mi sentivo
insoddisfatta. Ero solo stupita.
Del fatto che le mie giornate
fossero tutte uguali.
Che le mie orme venissero spazzate
via dal vento in un baleno, prima che avessi il tempo di
riconoscerle.
In quei momenti, mi guardavo nello
specchio del bagno.
Mi fissavo per un quarto d'ora di
fila.
Facevo il vuoto nella mia testa e
non pensavo a nulla.
Osservavo il mio viso in silenzio
come se fosse un semplice oggetto.
Finchè a poco a poco si separava da
me.
Come se la sua esistenza disgiunta
fosse contemporanea alla mia.
Allora riconoscevo che il presente
era quello.
Nessuna relazione con le orme.
In quel momento la realtà ed io
eravamo due entità simultanee, contava solo quello.
Adesso però non dormo più.
E ho anche smesso di tenere un
diario.
I ricordi di quel che è accaduto
prima che smettessi di dormire sembrano allontanarsi a velocità
crescente.
E' una sensazione stranissima.
Ogni giorno quando si fa notte ho
l'impressione che la persona che dormiva non fossi veramente io, e
che il ricordo di quel tempo non sia veramente mio.
La gente cambia, mi dico.
Ma nessuno sa del mio cambiamento.
Nessuno vi fa caso. Ne sono al corrente soltanto io.
Spiegarlo non servirebbe a nulla, la
gente non capirebbe perchè non vuole crederci.
E anche se ci credesse, di sicuro
non saprebbe mettersi nei miei panni.
Tutto mi vedrebbero soltanto come
una minaccia al loro mondo fatto di supposizioni.
Invece io sto realmente cambiando.
Due ombre scure appaiono ai due lati
della vettura.
Alla portiera destra e a quella
sinistra.
Le facce non si vedono. Neanche i
vestiti. Solo due ombre nere in piedi vicino a me...
Sento che la City viene scossa da
destra e sinistra...
Trattengo il respiro. Cosa posso
fare ?...
Sono sola, chiusa in questa piccola
scatola, e non posso andarmene.
E' l'ora più buia della notte, e
quegli uomini continuano a scuotere la macchina.
Stanno cercando di capovolgerla.
(Murakami Haruki, Sonno, 2014)
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